Biblioteca Forteguerriana: martedì un incontro su palazzo Amati
L'appuntamento è alle 16 in sala Gatteschi. Seguirà una visita guidata
all'esterno dell'edificio
Per il ciclo “La Forteguerriana racconta Pistoia”, martedì 26 febbraio, alle 16, in sala Gatteschi, Claudia Becarelli e Paolo Benassai parleranno di Una fabbrica considerabile… d’ornamento della città: palazzo Amati a Pistoia. Seguirà una visita guidata all'esterno del palazzo Amati.
Palazzo Amati, meglio noto come Palazzo Amati Cellesi, sede per circa un secolo di una banca, è stato nel Settecento e nel primo Ottocento la dimora nobiliare più vasta e sfarzosa della città: l'unica ad avere un sontuoso scalone a tenaglia, dotato di un apparato decorativo a stucco e a fresco di elevata qualità. Non solo, affreschi e stucchi, databili in momenti diversi della vita del palazzo, si estendono a quasi tutto il piano nobile e a buona parte del secondo, mentre la facciata su piazza Garibaldi presenta una raffinata decorazione scultorea, celebrativa del committente, pressoché unica fra le dimore gentilizie pistoiesi.
La conferenza traccerà le principali vicende familiari che condussero al progressivo ampliamento dell'originario palazzetto rinascimentale, tardo quattrocentesco, situato all'angolo fra via dei Panciatichi e via dei Banchieri (divenuta poi via Amati) sino a estendersi da un lato con un'imponente mole sino al Corso, oggi corso Silvano Fedi, e con una lunghissima facciata lungo via Amati.
Verrà dato, inoltre, conto di come l'espansione del palazzo, nel 1789, al culmine del prestigio della famiglia Amati, abbia anche in parte modificato la viabilità di questo settore urbano, con la chiusura di un vicolo. Dieci anni dopo la Rivoluzione francese, proprio per la sua vastità, il palazzo avrebbe ospitato gli ufficiali delle truppe di occupazione napoleonica e nei decenni successivi sarebbe iniziata l'inesorabile decadenza di questa dimora, legata al declino economico familiare. Ne sarebbero seguiti passaggi dinastici e di proprietà, cambiamenti di destinazione d'uso e anche danni bellici che, se hanno in parte alterato l'assetto interno, non hanno comportato significativi mutamenti in quello esterno. Un restauro, tuttora in corso e promosso dall'istituto di credito attuale proprietario dell'immobile, sta restituendo in tutta la sua magnificenza l'imponente mole al panorama urbano di Pistoia.
Claudia Becarelli, architetto e storica dell’arte, si è occupata della storia di vari monumenti pistoiesi fra Sei e Ottocento e della collezione di Filippo Rossi Cassigoli. Dal 2001 è insegnante di storia dell'arte in scuole medie superiori.
Paolo Benassai, storico dell'arte, si occupa di pittura toscana fra Cinque e Settecento. Lavora alla Fondazione di Studi di Storia dell'Arte Roberto Longhi di Firenze.
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